L’inchiesta: il problema casa a Bologna | Piazza Grande
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03 Mag L’inchiesta: il problema casa a Bologna

Possibili soluzioni per il problema degli affitti? L’esempio della nuova piattaforma Fairbnb

Dal numero di aprile 2019 di Piazza Grande
Di Emma Girardi e Filippo Carnevali

Il problema degli affitti a Bologna è ricorrente come in tutte le città del mondo, il centro è sempre più caro e le persone preferiscono affidarsi a piattaforme online come Airbnb piuttosto che affittare le loro case a famiglie o studenti. Diversamente da come si possa pensare non è, però, solo una questione di semplicità e affidabilità. Molte persone si affidano a tali piattaforme per integrare il loro reddito, dando in affitto una casa o un appartamento solo per un certo periodo dell’anno, magari anche la loro stessa casa se sono via per le vacanze. In questo caso però che genere di soluzioni si potrebbero adottare?

Diversamente dalle classiche piattaforme, Fairbnb tiene una commissione del 15% di cui un 7.5% viene donato ad associazioni che portano avanti progetti di volontariato, ecosolidali, ossia progetti di attivazione territoriale pensati per ricostruire quel tessuto sociale che invece il digitale ha contribuito a indebolire.

L’espediente che potrebbe rivelarsi rivoluzionario è quello adottato dalla piattaforma per affitti online che verrà lanciata a maggio: Fairbnb. “Bisogna creare un modello alternativo alla classica piattaforma capitalista” ha commentato Damiano, uno degli ideatori, “Fairbnb non è una piattaforma estrattiva, è una piattaforma che permette alle persone di fare delle cose insieme”. Diversamente dalle classiche piattaforme, Fairbnb tiene una commissione del 15% di cui un 7.5% viene donato ad associazioni che portano avanti progetti di volontariato, ecosolidali, ossia progetti di attivazione territoriale pensati per ricostruire quel tessuto sociale che invece il digitale ha contribuito a indebolire. Del 7,5% rimanente un 60% viene investito nei progetti di carattere sociale e culturale curati dal partner principale. Questo partner è il capo fila del “nodo locale”, l’interlocutore di FairBnb che si occupa di promuovere il servizio e di realizzare progetti volti a coinvolgere cittadini ed altri attori del territorio. Oltre che indurre le persone ad affittare solo un appartamento evitando le speculazioni delle agenzie Fairbnb, è anche una forma di crowdfunding che permette al turista di lasciare sul territorio un impatto sociale e culturale concreto e immediato.

Questa è una delle soluzioni proposte per fronteggiare la fetta di mercato immobiliare che attualmente è in mano a piattaforme come Airbnb. “Il problema è che finché non raggiungeremo il 5-10% del mercato non riusciremo a fare molto” ha concluso Damiano, la piattaforma verrà lanciata a maggio in 40 paesi diversi, ma il numero di host presenti a Bologna è appena 25 di cui molti presenti anche su Airbnb.

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