Cultura: Orchestra Senzaspine | Piazza Grande
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24 Giu Cultura: Orchestra Senzaspine

L’opera partecipata dell’Orchestra Senzaspine

Suonano in un vecchio mercato rionale. Scenografie e costumi sono realizzati attraverso laboratori aperti alla cittadinanza. I loro personaggi intrecciano tradizione e contemporaneità. Grazie all’Orchestra Senzaspine è iniziata una rivoluzione: musica classica e opera lirica tornano ad appartenere al popolo

Dal numero di giugno 2019 di Piazza Grande
di Valentina Olivato; foto di Malì Erotico

A Bologna, nel cuore del quartiere periferico di San Donato, ha preso casa un’orchestra sinfonica. Tra le mura di un vecchio mercato si alternano più di quattrocento giovani musicisti con un intento molto preciso: conferire alla musica che hanno appreso nei più importanti conservatori d’Italia e del mondo un’aria nuova.
Da lì aperitivi in cui rintoccano le note di Bach, concerti che combinano linguaggi diversi, una scuola di musica inclusiva, quinte teatrali che si aprono alla partecipazione della collettività.
Gli occhi di Matteo Parmeggiani, uno dei direttori artistici dell’orchestra Senzaspine, fiammeggiano quando gli domando se crede che la musica classica sia una passione riservata a una ristretta elite. La sua risposta arriva chiara e concisa “la musica classica può essere colta da chiunque” e precisa “quello di oggi è un problema culturale”.
Se si volge lo sguardo al passato, infatti, si nota come i teatri settecenteschi e ottocenteschi fossero invasi e vissuti dal popolo. La severità e l’austerità attribuite all’opera sono una deriva dei nostri anni.

È il 2013 quando Matteo Parmeggiani e Tommaso Ussardi danno vita al loro sodalizio artistico e all’impresa dell’Orchestra Senzaspine per scardinare preconcetti e vissuti contemporanei, introducendo la musica classica in contesti inediti. Grazie a un bando pubblico riabilitano un vecchio mercato rionale e lo trasformano in un luogo di incontro e fruizione della musica classica. Da pochi musicisti diventano un gruppo di quattrocento elementi provenienti anche da luoghi molto lontani, come Iran, Turchia, Russia e Giappone. A partire da laboratori aperti al pubblico si realizzano costumi e scenografie destinati alla produzione di opere liriche. “Le persone prendono in mano forbici, ago, filo e colori” commenta Greta Naselli, costumista del Barbiere di Siviglia, l’ultimo spettacolo messo in scena dall’Orchestra. L’allestimento stesso viene stravolto, introducendo elementi di contemporaneità. Dai personaggi acconciati come giovani hipster a una Siviglia moderna e colorata. Sempre rispettando però la bellezza dell’opera originale, le sue arie e i suoi testi.

Al progetto e al programma dell’Orchestra si affianca una scuola di musica riconosciuta a livello regionale che offre borse di studio e rette calcolate in base alla disponibilità economica. Perché l’amore per la musica va esercitato, condiviso, trasmesso. Anche per questo da poco è nata l’Orchestra Senzaspine junior.
Non appena chiedo a Natalia Bracci, violinista e insegnante della scuola, in cosa spera per il proprio futuro, la risposta giunge rapida “Io spero di rimanere qua. All’interno dell’Orchestra Senzaspine le possibilità vengono date a tutti, dipende da quanta energia sei disposto a immettere”. E mentre finisce di parlare sento le prime note arrivare. È tempo di provare mi dice. Si alza e se ne va, non senza avermi prima invitata a condividere la loro musica.

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