06 Dic Palazzo Acer Ristrutturato, 55 famiglie avranno una casa.
Una Buona Notizia? Forse. Vediamo i numeri:
12 anni per ristrutturarlo. 2.750.000€ spesi.
55 famiglie avranno una casa.
Investimento per famiglia: 50.000€
Cosa succederà alle 55 famiglie? BOH! Cosa sappiamo dell’Edilizia Residenziale Pubblica? Sappiamo che per una certa epoca storica è stata uno strumento fondamentale per far uscire milioni di persone dalla condizione di povertà. Dopo la seconda guerra mondiale il nostro paese aveva una reale emergenza casa (poche abitazioni fatiscenti e insalubri), la costruzione di case popolari ha risolto questo problema.
Sappiamo che l’edilizia pubblica richiede un investimento iniziale molto elevato (nel nostro caso 50.000€ a famiglia) che è poco sostenibile per le condizioni attuali di bilancio delle amministrazioni pubbliche. Sappiamo che gli affitti riscossi dall’Acer non riescono a coprire i costi di manutenzione degli immobili. Sappiamo che ci sono seimila persone in lista d’attesa (6.347) mentre ogni anno si assegnano circa 450 nuove abitazioni. Infine sappiamo che la povertà ha una faccia assai diversa rispetto al passato.
La povertà mischia questioni monetarie e problemi relazionali, e richiede un intervento diverso dal trasferimento monetario o dalla concessione di beni. La casa da sola non risolve il problema, anzi la concentrazione delle fasce più povere in un medesimo luogo rischia di provocare fenomeni di degrado e ghettizzazione che confermano la condizione di povertà. 55 famiglie in una nuova casa entro capodanno, quindi? Sì, dopotutto, è una buona notizia. Ma mi piacerebbe misurare sistematicamente cosa succederà a queste famiglie nei prossimi anni.
Ci piacerebbe capire quali cambiamenti produrrà in queste famiglie che oggi vivono in una condizione di povertà. Con questi dati potremmo confrontare questa strategia con altre politiche come il nostro Housing First. Ma questo non succederà. Inseriremo quelle famiglie e poi ci dimenticheremo di loro, come continuiamo ad ignorare le migliaia di famiglie che vivono nelle nostre perifierie. Bologna ha un problema, si chiama povertà e non possiamo continuare ad ignorarla!
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