L’EMERGENZA FREDDO: ovvero come sprechiamo i nostri soldi! | Piazza Grande
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28 Dic L’EMERGENZA FREDDO: ovvero come sprechiamo i nostri soldi!

Diapositiva1Tutto nasce con il freddo. Perché solo quando arriva l’inverno le autorità locali cominciano a preoccuparsi delle persone che vivono in strada. Oggi ci sembra quasi naturale pensare che ci siano così tante persone che vivono in strada, ma non è sempre stato così.

Trent’anni fa, quando in Occidente le diseguaglianze erano al minimo storico, il fenomeno dell’Homelessness era quasi scomparso. Uno studioso canadese, Culhane, definì lo Shelter, dormitorio newyorkese degli anni ’70, una vestigia del passato che ospitava soprattutto cinquantenni americani con gravi problemi di alcolismo.

Il fenomeno dell’homelessness moderno nasce proprio negli Stati Uniti sul finire degli anni ’70. In quel periodo le amministrazioni locali cominciano ad affrontare il problema per rispondere all’emergenza legata all’aumento di decessi per ipotermia. La risposta sono dormitori allestititi inizialmente per l’emergenza freddo che diventano rapidamente dormitori aperti 365 giorni l’anno e vanno a costituire il modello di accoglienza dominante in tutto l’occidente. Tra i più famosi, almeno per gli addetti ai lavori, ci sono Camp La Guarda e Municipal Shelter.

E questa è anche la storia di Bologna. La prima esperienza di gestione per l’emergenza freddodormitorio 1.0 nasce proprio su stimolo di Piazza Grande. Il 14 dicembre 1995, in un giorno di neve e di freddo, viene aperto il Riparo Notturno in Emergenza Freddo. La struttura predisposta inizialmente è una vecchia palestra in disuso, in via Rosselli, che deve accogliere 20 persone. I servizi sociali hanno previsto un sacco a pelo per ogni persona e poco altro; c’è solo un bagno e le docce non funzionano, mancano reti e materassi. In pochi mesi l’accoglienza raggiunge il numero di 48 persone.

Dopo l’esperienza di via Rosselli, nei primi anni del 2000, una nuova emergenza freddo porta all’aggregazione di una rete di associazioni che prende il nome della via in cui era collocato il nuovo dormitorio (Rete Carracci). Anche il Caracci diviene rapidamente un dormitorio Stabile. Dieci anni dopo, nel 2010 di nuovo Piazza Grande spinge l’amministrazione a trasformare l’emergenza freddo di via Capo di Lucca in un dormitorio stabile.

Due città lontanissime New York e Bologna eppure il racconto è lo stesso: più persone in strada, più posti letto in emergenza freddo e quindi, infine, nuovi dormitori.

I numeri però raccontano il fallimento di questa strategia. A New York le persone ospitate nei primi anni ’80 erano poco più di 12.000 persone, nell’ottobre 2014 gli ospiti che vivono nei dormitori sono 59.246. A Bologna la prima emergenza freddo doveva ospitare 20 persone. L’emergenza Freddo di quest’anno prevede oltre 250 posti letto.

In vent’anni le politiche per le persone senza dimora hanno moltiplicato i posti letto ma non sono riuscite a ridurre il numero delle persone senza dimora. E’ un esempio perfetto di quello che la fondazione Zancan ha definito Welfare Degenerativo. Le risorse sono mal investite, contengono l’emergenza ma non aiutano le persone ad uscire dalla condizione di povertà.

Rispetto al tema della povertà, il nostro paese ha uno dei peggiori sistemi di Welfare europei. L’emergenza frehousing firstddo è un esempio perfetto di come sprechiamo i soldi. E’ tempo di cambiare. Occuparci dell’emergenza non basta, dobbiamo investire per aiutare le persone ad uscire dalla condizione di povertà.

Per questo da qualche anno Piazza Grande ha cambiato paradigma: non più dormitori ma case. Il modello si chiama Housing First e scommette sul fatto che le persone possano migliorare la loro condizione di salute. Grazie agli investimenti decisi dal Comune di Bologna la scommessa possiamo vincerla.

Noi vorremmo che Bologna diventasse la prima città senza persone senza dimora.

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5 Comments
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