Le storie del Servizio Mobile di Sostegno - Michele | Piazza Grande
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06 Mag Le storie del Servizio Mobile di Sostegno – Michele

Michele è uno dei nostri volontari, che una sera a settimana escono in strada con il Servizio Mobile di Sostegno. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la storia che l’ha colpito di più durante questi ultimi mesi. Volete sapere qual è? Eccola.

«Uscita dopo uscita, la storia che ho ascoltato durante il Servizio Mobile di Sostegno e che mi ha colpito di più è quella di P. Un signore vicentino che vive in strada da circa un anno.

P. ha perso il lavoro 3-4 anni fa e, dopo poco, non è più riuscito a pagare l’affitto di casa. Per un primo periodo è stato ospitato dal fratello, ma poi è diventato a tutti gli effetti un senzatetto.

Si è spostato da Vicenza a Bologna perché ha paura di essere riconosciuto dai suoi vecchi amici o da qualche conoscente. Mi ha raccontato di come non abbia più rapporti con la famiglia di suo fratello e di come le nipoti, che in passato lo chiamavano spesso, non lo chiamino più. Mi ha anche parlato dei legami più o meno buoni che ha costruito con altri senzatetto, in particolare con quelli di altre nazionalità.

A distanza di un anno dalla prima volta che l’ho visto ho notato come sul suo viso si sia in qualche modo scolpita la fatica di vivere costantemente ‘esposto’ sia fisicamente che psicologicamente.

Perché mi ha colpito questa storia e non altre? Perché P. ha più o meno l’età dei miei genitori. Perché secondo me descrive perfettamente la lenta emarginazione sociale cui si è soggetti se non si mantiene un certo ‘status’. Perché mi fa riflettere sul fatto, sicuramente scontato, che la nostra società sia un pelo da rivedere.»

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