
31 Mag Ieri come oggi? Il cambiamento nelle parole di chi vive Piazza Aldrovandi
Piazza Aldrovandi e la sera d’ottobre
hanno sposate le bellezze loro;
ed è felice l’occhio che le scopre.
L’allegra ragazzaglia urge e schiamazza…
di Camilla Consonni, Sofia Ferra, Beatrice Paglione, Nicolò Pizzo
Con queste parole il poeta Umberto Saba descrive, nei primi anni del Novecento, il luogo in cui ci troviamo. È l’ora di pranzo, ma oggi come allora la piazza ribolle di vita: la frenesia dei ragazzi sotto i portici incontra la tranquillità degli anziani con il viso rivolto al sole. Sulla sinistra, i tavolini vengono disposti attorno ai chioschi verde petrolio.
“Non c’è più mercato come prima” dice una signora stringendo la sua borsetta rossa. Secondo lei, “la piazza è cambiata in peggio”: il brusio non è più quello delle bancarelle del mattino, ma quello dei turisti nell’ora dell’aperitivo o degli studenti che, la sera, si danno appuntamento sulle panchine.
Nel corso di un decennio, la vita in Aldrovandi è cambiata radicalmente: insieme al mercato, sono scomparse le botteghe storiche, facendo spazio a bar e ristoranti sempre più moderni. Un maggiore viavai ha portato con sé nuove esigenze: un esempio lampante sono i bagni pubblici che hanno preso il posto di uno dei chioschi. Oggi, i tavolini fiancheggiano i portici e pochissime macchine attraversano la piazza.
Rivolgendo poi gli occhialetti tondi verso il cielo, indica gli appartamenti che, ci racconta, sono per la maggior parte sfitti: chi se n’è andato e chi, come gli studenti, non può permettersi l’affitto medio della zona.
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