27 Lug La grande bugia dei giovani che non vogliono lavorare

L’esperienza di una lavoratrice stagionale. Le nuove generazioni ricostruiscono il valore e la dignità del lavoro.

di Beatrice Paglione

È venerdì e a Bologna fa molto caldo. Per molti, la giornata ha inizio con temperature che sfiorano i 35 gradi, per altri, il mattino può essere ben più dolce. C. si sveglia quando il sole fa ancora capolino all’orizzonte e pedala all’alba, con il fresco di una notte appena passata. Con la bici raggiunge il campo, suo luogo di lavoro. Sono le sette. Con gli altri beve un caffè, inzuppa qualche biscotto, e decide come gestire i compiti della giornata. C. è molto paziente: anche io, che di coltivazione e agricoltura non so niente, vengo guidata dal suo racconto e capisco la portata dell’impegno che c’è dietro. Mi spiega che, quando ancora il caldo non è torrido, l’attenzione viene rivolta ai “tunnel”, dove avviene parte del raccolto. Poi si diserba, si pota, si pesa, si copre e si trapianta.
Insomma, chiunque la riconoscerebbe come “lavoratrice stagionale”, eppure C. parla di uno scenario completamente diverso dall’immaginario comune. Non si tratta di un’utopia, anzi, sono tanti i privilegi che con un lavoro come quello di C. vengono a mancare, ma lei mi racconta di una rinnovata libertà, di una gestione condivisa, di un lavoro in cui riesce a vedere un modello al quale ispirarsi: fatto di condivisione, sostegno reciproco e, anche, tanto impegno. C. lavora per una cooperativa agricola, dove vengono coltivati prodotti biologici in un’ottica sostenibile e socialmente attenta.

VUOI LEGGERE TUTTO L’ARTICOLO?
–> Compra Piazza Grande di luglio/agosto 2023 in uno dei nostri punti fissi di distribuzione
–> Abbonati al giornale: compila il modulo online
–> Richiedi una copia digitale scrivendo a redazione@piazzagrande.it

Vieni a trovarci su Facebook e Instagram oppure scrivici un’email a redazione@piazzagrande.it

Visita la sezione dedicata a Piazza Grande – Giornale di strada